L’alimentazione è ormai circondata da un’aura soprannaturale, fonte di ogni salvezza se si segue la “dieta giusta”, apportatrice di sventure e catastrofi se si scelgono “gli alimenti sbagliati”. E questo porta a caricare di aspettative, in genere ingiustificate, ogni nostra scelta alimentare, portandoci a dimenticare aspetti fondamentali, spesso banali, semplici e forse per questo poco considerati: come si potrebbe altrimenti gridare al miracolo?

Siamo fortunati: viviamo in una società nella quale, perlomeno a tavola, regna l’abbondanza, una enorme disponibilità di cibo come mai è accaduto prima, perlomeno nel mondo occidentale. La fame è un ricordo lontano, la conosciamo per sentito dire, la si confonde con il languore che ci prende verso ora di pranzo, e il rimedio è presto detto: aprire frigorifero o credenza e fare rapida e immediata pulizia di tutto quanto troviamo. E tutta questa meravigliosa disponibilità ci ha portato a sviluppare un rapporto conflittuale con il cibo, investendolo di significati e poteri, di virtù e di terribili conseguenze, dal cancro all’infarto, per ogni scelta sbagliata, in un’oscillazione continua tra speranze, esagerate, e paure, spesso irrazionali e immotivate.

L’importanza dell’alimentazione per la nostra salute è un dato di fatto, lo aveva intuito già un certo Ippocrate di Cos, greco e medico, coniatore di giuramenti e di frasi popolarissime, tipo:

Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo

Mi stupisco sempre che ancora non siano disponibili t-shirt con questo detto, tanto mirabile quanto frainteso, stampato in caratteri alla moda. Qualche anno dopo rincarava la dose il filosofo tedesco Feuerbach, che nel suo saggio Il mistero del sacrificio o l’uomo è ciò che mangia affermava:

La teoria degli alimenti è di grande importanza etica e politica. I cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello, in materia di pensieri e sentimenti. L’alimento umano è il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliorare il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un’alimentazione migliore. L’uomo è ciò che mangia.

Ovviamente il buon Feuerbach faceva riferimento alla povera dieta delle masse operaie della prima metà dell’800, ma la frase aveva una sua forza mirabile ed è divenuta manifesto di infinite campagne a favore di un’alimentazione migliore.

Da allora i detti memorabili si sono moltiplicati, e così i punti di vista, le prese di posizione, le diete risolutive. E la messe di lavori scientifici fiorita a partire dagli anni 50 del secolo scorso ha rincarato la dose, finendo a far da supporto a tesi, rimedi, proibizioni, consigli e integrazioni per le situazioni più disparate.

Certo, se già gli antichi dicevano che il cibo è medicina, se noi siamo quello che mangiamo, allora è facile concludere che la giusta alimentazione, il buon cibo, possano curare, arrivare addirittura là, dove neppure i farmaci riescono ad arrivare. E ovviamente, rovescio della medaglia, diviene evidente che la cattiva dieta, il cibo sbagliato, siano causa diretta delle malattie più diverse.

Posizioni estreme che godono di sempre maggior credito e che si risolvono alla fine in una continua ricerca dell’alimento sanissimo, fonte di ogni bene, da una parte, mentre dall’altra è caccia aperta al cibo cattivo, da eliminare senza se e senza ma. Un’idiozia bella e buona che spesso porta a situazioni grottesche, con il malcapitato di turno che si convince che un bicchiere di acqua e limone la mattina a digiuno  possa salvarlo da ogni male, mentre qualcun altro passa i propri pomeriggi a compulsare etichette al fine di evitare temibili ingredienti, quelli che se li mangi dopo tre giorni muori.

Posizioni che si possono capire,  un po’ a fatica, frutto tuttavia di un fraintendimento importante che cialtroni senza scrupoli non mancano di sfruttare a proprio vantaggio. Il cibo infatti non è un farmaco, non sono farmaci le sostanze contenute negli alimenti e, ovviamente, non sono neppure veleni.

Con l’alimentazione non si cura, con l’alimentazione si fa però una cosa molto, molto più importante: con l’alimentazione si previene. Con un’alimentazione e uno stile di vita corretti si creano le condizioni per mantenersi in salute, invecchiare bene, ridurre il rischio relativo per tutta una serie di patologie temutissime che possono avere tra le varie cause proprio sedentarietà e un’alimentazione sbagliata.

Un piccolo, modesto esempio, relativo al rischio di differenti forme tumorali. Una scorsa anche superficiale ai media ci restituirà ogni giorno allarmanti notizie su questo o quell’alimento o ingrediente, causa ora probabile, ora certa, talvolta certissima, di questo o quel tumore, da evitare, scartare addirittura proibire per il bene proprio e dell’umanità intera.

È avvenuto con la carne, è avvenuto con l’olio di palma, avviene ogni giorno con ingredienti, additivi e pesticidi, classificati come potenziali cancerogeni dalla IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) o dal WCRF (Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro), con fattori di rischio decisamente variabili ma sbattuti immediatamente in prima pagina come sicure cause di malattia, senza riguardo per quello che gli studi o i pareri indicano effettivamente.

Eppure c’è un fattore legato al rischio di cancro, un fattore di cui si parla poco o per niente sui media: si tratta dell’adiposità, del sovrappeso o addirittura dell’obesità. Molti sono gli studi sul tema e di questi giorni è una ottima meta-analisi, il grado più elevato dell’evidenza scientifica, pubblicato sul prestigioso British Medical Journal. La meta-analisi ha preso in esame oltre 200 tra revisioni e meta-analisi, si tratta quindi di un lavoro di livello altissimo, al fine di indagare l’associazione tra indici di adiposità e diverse forme tumorali.

I risultati del lavoro indicano una forte associazione tra sovrappeso, obesità e alcuni tipi di cancro:

  • adenocarcinoma dell’esofago
  • cancro del colon e del retto nell’uomo
  • tumori delle vie biliari
  • tumori del pancreas
  • forme tumorali legate agli ormoni come alcuni tumori del seno
  • tumori dell’endometrio
  • tumori del rene
  • mieloma multiplo

Dati statisticamente rilevanti, ma meno marcati, si hanno relativamente a tumori della vescica, della prostata, dello stomaco e dell’ovaio; meno rilevanti, deboli o trascurabili i dati relativi all’associazione tra sovrappeso e altre forme tumorali. Le conclusioni della meta-analisi sono in linea con quelle di meta-analisi e revisione di IARC e WCRF.

I fattori di rischio evidenziati sono spesso rilevanti: ad esempio per ogni aumento del BMI (Indice di massa corporea) di 5kg/m2 si registra un aumento di tumori del colon del 30%, decisamente superiore al 18% imputato al consumo giornaliero di circa 100 grammi di carni rosse o lavorate, dato che tanto clamore ha sollevato un po’ di tempo fa.

Ovvio che questo studio ha alcune limitazioni e i risultati vanno interpretati con attenzione, ma risulta comunque evidente una correlazione importante tra sovrappeso e tumori, in specie dell’apparato digerente o sensibili agli ormoni. [1, 2, 3]

I dati disponibili sono chiari: un importante fattore di rischio per diverse forme di cancro è il sovrappeso, con un aumento rilevante del rischio quanto maggiore risulta l’aumento del peso corporeo. Eppure ci si concentra molto di più su fattori marginali, certo da valutare in un quadro generale, ma spesso con effetti di qualche ordine di grandezza inferiori di quelli determinati dal sovrappeso. Ovvio, molto più comodo sbafarsi biscottini senza olio di palma, principe incontrastato del terrorismo alimentare, che decidersi finalmente a dare una sterzata netta al proprio stile di vita. Ovvio che è molto più comodo sperare che il bicchiere mattutino di acqua, limone e zenzero possa fare il miracolo e cancellare i nefasti effetti di eccessi e scelte poco felici ripetute nel tempo.

Purtroppo non è così. L’alimentazione non fa i miracoli e non cura, non quando la malattia è ormai arrivata. Ma l’alimentazione ha un ruolo ancora più prezioso: può prevenire, può impedire che la malattia arrivi.

Se si teme il cancro serve poco consumare i grani antichi della tradizione italiana quando si è sovrappeso, perché è il sovrappeso stesso ad essere primo fattore di rischio, ed è un fattore sul quale noi abbiamo completo controllo, sul quale possiamo intervenire direttamente andando a ridurlo in maniera significativa.

Non cerchiamo miracoli nei supercibi o negli integratori: non esistono miracoli. Non pensiamo che consumare cibo sano, qualunque cosa questo possa significare, ci ponga al riparo da ogni rischio: se il cibo sano che mangiamo è troppo, se il nostro peso va fuori controllo, se passiamo le nostre giornate seduti, inattivi e sempre più pesanti, tutto il cibo sano del mondo non potrà ridurre i rischi cui andiamo incontro.

Pensiamo a prevenire e facciamolo con l’alimentazione e il movimento. Manteniamoci, per quanto ci è possibile, attivi e in forma. Magari è proprio questo che intendeva il buon Ippocrate con il suo mirabile detto, magari è proprio questo che le parole di Feuerbach, viste in una luce moderna, vogliono dirci. Salute e benessere ce le costruiamo ogni giorno a tavola e con le nostre azioni, senza miracoli, senza scorciatoie, senza nevrosi e paure.