Fumo, alcol, obesità, sedentarietà e stress: sono i cinque cavalieri dell’Apocalisse per quanto riguarda la salute, i cinque fattori che da soli rappresentano la percentuale di rischio più corposo e dall’impatto più devastante sul nostro benessere, in barba a tutti quelli che continuano a preoccuparsi di inezie o, peggio ancora, a crearsi fantasmi seguendo le indicazioni allarmistiche tanto in voga sui media.

Parlando di rischi per la salute è facile confondersi, prendersela con problemi marginali trascurando situazioni davvero pericolose. Due piccoli esempi possono aiutarci a capire meglio la situazione.

Marco ha quarantacinque anni. Negli ultimi tempi è un po’ ingrassato, niente di drammatico, una decina di chili, magari qualcosa di più. Probabilmente perché ha dovuto mollare l’attività fisica: è che proprio non ce la faceva a continuare con i suoi allenamenti abituali, tra lavoro, famiglia, impegni a non finire. Rimane il calcetto del giovedì: e dopo una pizza con gli amici. E qualche birra. Il lavoro lo stressa, negli ultimi tempi le pressioni sono raddoppiate. Era riuscito a smettere di fumare quando erano nati i bambini, ma adesso ha ripreso, sente il bisogno di scaricarsi. Torna a casa tardi la sera, mangia  in fretta, ha fame e spazzola tutto quanto trova in tavola. Un bicchiere o due di vino lo aiutano a rilassarsi. Però dorme male: prende sonno con difficoltà, si sveglia spesso e al mattino si alza con fatica, stanco, con la sensazione di non aver riposato. Spesso arriva un poco tardi al lavoro, fa due rampe di scale di corsa e quando arriva in cima rimane senza fiato. Si ripromette che farà qualcosa per uscire da questa situazione. Magari degli integratori potrebbero essere utili?

Anna è una coetanea di Marco. Anche lei è ingrassata negli ultimi anni. Ha sempre fatto poca attività fisica e con tutti gli impegni che ha non se la sente proprio di iniziare: lavoro e famiglia le assorbono ogni energia. Anna è consapevole che c’è qualcosa che non va e cerca di fare qualcosa. Si informa, legge, cerca su internet. E prova a mangiare light, a eliminare i grassi cattivi, a scegliere soltanto prodotti naturali, grani antichi, quelli senza glutine. E senza olio di palma. I suoi dolci se li fa in casa, da sola, senza zucchero. Usa il malto d’orzo, Anna. La sua pasta è tutta di grano sanissimo, il suo vino è biodinamico, frutta e verdura senza un’ombra di glifosato. Peccato non riesca a smettere di fumare. Che sia sempre stanca, affaticata. E peccato che non riesca a perdere peso, nonostante tutta l’attenzione che mette nello scegliere cibi sani e naturali, quelli che fanno bene e che ne puoi mangiare senza problemi. Che stress, però: magari quel plumcake, senza zucchero bianco, tutto farine integrali e demerara biologico, la aiuterà a tirarsi su. Forse dovrebbe diventare vegana…chissà?

Conosciamo tutti qualcuno come Anna e Marco. Magari gli assomigliamo parecchio. Due persone comuni, alle prese con problemi comuni, che cercano di risolvere, in qualche modo. Persone che provano a difendersi, informandosi e scegliendo, seguendo un poco tutti quei titoli inquietanti sui veleni nei cibi, mangiando quegli alimenti buoni che riducono i rischi; magari acqua e limone al mattino. Persone che sanno che qualcosa non va, che sanno di rischiare e cercano di ridurre i rischi per la salute.

Purtroppo però lavorano più sui rischi percepiti che su quelli reali: sono impressionati dalle notizie allarmistiche che trovano sui media, quelle che parlano di veleni nei cibi, di alimenti cancerogeni, di antiparassitari, ormoni e antibiotici. Fanno liste di alimenti buoni o cattivi, iniziano a scegliere, anzi ad escludere, convinti che se consumi i cibi buoni, se prendi gli integratori migliori, allora i peggiori pericoli te li eviti. Peccato che i peggiori pericoli ce li abbiano addosso: chili di troppo, stress, sedentarietà, cattive abitudini che non si riesce proprio ad abbandonare.

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I rischi per la salute: quelli veri

Serve a poco mangiare i cibi più salutari del mondo se comunque ne mangiamo troppi, se siamo dei sedentari assoluti, sovrappeso e stressati, se fumiamo o esageriamo con gli alcolici. Perché i rischi più grandi sono proprio questi: sovrappeso, sedentarietà, stress, fumo e alcol. Sono questi i primi nemici da combattere perché il loro impatto sulla nostra salute è devastante e diventa tanto più importante quanto più precocemente iniziano certi comportamenti. E non c’è succo d’aloe o limone che serva, non ci sono prodotti senza — coloranti, conservanti, olio di palma, glutine, glifosato, zuccheri raffinati, farine bianche o qualunque sia il problema alimentare del giorno — che possano davvero ridurre i rischi che corre un soggetto sedentario, sovrappeso o obeso, stressato, fumatore e, ogni tanto, bevitore un po’ troppo entusiasta: non è il protagonista di una serie tv, è il ritratto di una buona fetta della popolazione di un qualunque paese occidentale. E oltre ai problemi e alle malattie che questa situazione può comportare per il soggetto dobbiamo considerare anche i costi sociali che situazioni di questo tipo comportano, in termini di farmaci, assistenza medica e produttività perduta. Lottare contro i fattori di rischio reali non è soltanto bene per noi, ma è vantaggioso per l’intera comunità.

Sovrappeso e obesità

Il numero di soggetti sovrappeso e obesi è in costante in aumento. In Italia, complessivamente, superano di molto il 40%, con una rilevante diffusone del problema tra bambini e ragazzi. La WHO (World Health Organization) considera obesità e sovrappeso uno dei 10 principali fattori di rischio per la salute, probabile causa di oltre l’80% dei casi di diabete di tipo II, del 55% dei casi di ipertensione, del 33 % delle malattie ischemiche. Ogni anno a causa di sovrappeso ed obesità si stima muoiano oltre un milione di persone: una catastrofe planetaria.

La letteratura scientifica indica chiaramente che sovrappeso ed obesità sono un fattore di rischio per mortalità per tutte le cause: l’aumento del rischio di morte per tutte le cause è  tra il 20 e il 40% a seconda dell’età del soggetto, del sesso e del grado di sovrappeso. Il rischio è maggiore in soggetti giovani, sotto i 50 anni,  e tra gli uomini rispetto alle donne. Si stima che un soggetto in sovrappeso possa perdere 2-3 anni di vita, mentre un grande obeso potrebbe perderne fino a 9. Una riduzione dell’Indice di Massa Corporea al di sotto di 25 kg/m2 potrebbe risparmiare una morte prematura su cinque negli USA e una su sette in Europa. [4, 5, 6 ,7 , 8, 9, 10, 11]

Sedentarietà

Gli esseri umani si sono evoluti per essere attivi, ma la vita moderna offre sempre meno occasioni di movimento. Il WHO (World Health Organization) sottolinea come “la sedentarietà incrementi la mortalità per tutte le cause, raddoppi il rischio di morte per patologie cardiovascolari e diabete, aumenti in maniera significativa il rischio di tumore al colon, ipertensione, osteoporosi, ansia e depressione“. Attualmente si stima che dal 60 all’85% della popolazione mondiale abbia un livello di attività fisica insufficiente, anche qui con picchi preoccupanti tra i più giovani: oltre i due terzi, tra bambini ed adolescenti, infatti, non svolgono attività fisica adeguata.

Il rischio determinato dall’inattività è rilevante: forte il legame con l’obesità, le malattie cardiovascolari e quelle metaboliche, ma importante anche l’associazione osservata con diversi tipi di cancro, in particolar modo colon, seno, utero e polmone. Alcuni studi mostrano addirittura una possibile associazione tra stile di vita sedentario e problemi di ansia e depressione. [1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10]

Stress

Lo stress è quindi un meccanismo fondamentale del nostro organismo per rispondere  sfide dell’ambiente in cui viviamo: il problema nasce quando lo stress diventa costante, senza più produrre una risposta adattativa, anzi creando danni molto maggiori di quelli derivanti dalle potenziali minacce da affrontare. Lo stress non è una malattia, ma se siamo costantemente stressati aumenta decisamente il rischio di soccombere a certe malattie: ipertensione e malattie cardiovascolari, patologie dell’apparato digerente, malattie autoimmuni.

Una costante condizione di stress può favorire l’accumulo di grasso corporeo e può contribuire ad un aumento dell’appetito e dell’assunzione di cibo con conseguente aumento di peso.  [11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21,22, 23]

Fumo

Quella del fumo e un’abitudine dura a morire, nonostante l’impressionante mole di dati raccolta negli ultimi cinquanta anni. Forte il legame con diverse forme di cancro, patologie cardiovascolari, malattie polmonari, disturbi della riproduzione e tutta una serie di altri problemi. L’effetto sembra essere dose dipendente ma è comunque rilevante anche per quei fumatori che limitano i loro consumi a qualche sigaretta al giorno. Un ruolo determinante, accanto alla  nicotina presente, lo giocano tutta una serie di prodotti derivanti dalla combustione, radicali liberi in grado di aumentare in maniera drammatica lo stress ossidativo innescando quei meccanismi che possano portare allo sviluppo delle patologie collegate. [24, 25, 26, 27, 28, 29]

Alcol

Il consumo di bevande alcoliche non gode certo dello stesso biasimo che l’abitudine al fumo si porta ormai addosso. Eppure anche l’alcol è un potenziale problema per la nostra salute: diversi studi legano un consumo eccessivo di alcolici a diverse forme di tumore oltre che a malattie del fegato, rischi decisamente più importanti del debole effetto protettivo che un moderatissimo uso di alcolici pare presentare verso alcune patologie cardiovascolari.

Secondo le indicazioni dell’OMS un uomo non dovrebbe consumare più di 20-30 grammi di alcol al giorno, mentre per la donna si consiglia un consumo inferiore, 10-20 grammi/die: bambini ed adolescenti NON DEVONO consumare alcun tipo di bevanda alcolica. [30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38]

Del come evitare i rischi seri

Un’osservazione che spesso mi è rivolta da qualcuno della dozzina di lettori che seguono queste pagine è che, alla fine, tutti questi articoli, tutti questi studi, tutta questa ricerca che ci indica come questo o quel cibo possano essere tra le potenziali causa di certe malattie, invece che essere utile finisce per disorientare: se tutto fa male allora come difendersi? cosa fare? cosa mettere in tavola?

Lasciando perdere l’allarmismo e il sensazionalismo che ormai dominano la comunicazione in ogni ambito — figurarsi quello che riguarda salute e alimentazione — il consiglio che mi sento di dare è di prendersi prima cura dei problemi maggiori e quindi, una volta risolti questi, passare a occuparsi delle finezze.

Tornando ai nostri esempi, l’amica Anna, fumatrice sovrappeso e sedentaria, farebbe bene a migliorare la propria composizione corporea, riprendere a fare attività fisica e smettere di fumare piuttosto che concentrarsi in maniera esasperata e poco produttiva sulla selezione di cibi ritenuti buoni di cui poi finisce per abusare. E il buon Marco, piuttosto che prendere integratori, polveri ed estratti miracolosi, dovrebbe dimagrire, ricominciare a muoversi senza limitarsi a fare il guerriero del giovedì sera, ridurre o eliminare fumo e alcol.

Paiono cambiamenti drammatici e duri, forse lo sono, ma sono un vero atto d’amore verso sé stessi, molto più dell’acquisto di vino senza glifosato, biscotti senza olio di palma, alimenti senza glutine ed altre amenità il cui impatto sulla salute, di fronte ai rischi reali che abbiamo illustrato, è meno che modesto.

Quindi, se vi siete riconosciuti in Anna o Marco, le prime cose da fare sono queste:

  • migliorare la propria composizione corporea: raggiungere un indice di massa corporea inferiore a 25 kg/m2 è un buon inizio.
  • aumentare l’attività fisica. Non c’è necessità di diventare campioni di crossfit o vincere la maratona di New York. Basta dedicare una quarantina di minuti ad attività sfidanti ogni giorno, lavorando in maniera graduale e senza farsi del male;
  • cercare di controllare lo stress;
  • smettere di fumare;
  • ridurre al minimo il consumo di bevande alcoliche, seguendo le indicazioni OMS.

Se siete a posto con queste indicazioni avete già fatto il grosso del lavoro. Adesso, se volete, potete cominciare a prestare attenzione ai dettagli, spesso importanti ma mai prioritari rispetto ai cinque fattori di rischio dell’Apocalisse©.


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