La scelta di porre più attenzione alla propria alimentazione non riscuote grande popolarità e qualche volta diventa addirittura un elemento da biasimare apertamente: ma è un errore. L’attenzione a tavola la cura per la forma fisica sono le pietre fondanti per costruirsi un futuro lungo, sano, al riparo da infortuni e malattie; quella longevità produttiva che è il desiderio di ognuno di noi.

Immaginiamoci questa scena: state parlando con delle persone e a un certo punto la conversazione cade sul tema del cibo. Visto che state cercando di mangiare meglio e migliorare la vostra salute e il vostro aspetto vi lasciate sfuggire che preferite consumare più verdura e pesce e magari state cercando di ridurre il consumo di zuccheri e insaccati, saporiti protagonisti delle vostre cene. Immediatamente la maggior parte degli interlocutori vi guarderà con sospetto, vi esorterà a non esagerare, a rilassarvi, e, se siete ad una cena, magari vi riempirà il piatto dicendovi che una “porzioncina” in più di lasagne non ha mai ucciso nessuno. Se poi foste vegetariani, o addirittura vegani,  probabilmente dovreste sorbirvi ore di prediche sul rischio di carenze cui vi state esponendo e sui mille rischi per la salute di una scelta così estrema!

In effetti sembra quasi che esista una sorta di pregiudizio nei confronti di chi sceglie di porre una maggiore attenzione alla propria alimentazione. L’immagine popolare vuole che il soggetto in questione abbia un’aria emaciata, triste, seduto di fronte ad un piatto su cui trovano ampio spazio una manciata di riso bollito e di pesce lesso senza alcun condimento, ovviamente. Si glorifica invece il buongustaio, inteso come spazzolatore spietato di tavole imbandite e non come estimatore del cibo di qualità, quello che mangia tutto, pulisce a specchio i piatti, il tizio che se non lo fermate si mangerebbe anche la tavola: è una buona forchetta, uno che sa godersi la vita  e scoppia di salute e via con le amenità del caso.

Il problema è che in Italia soggetti con deficienze dovute ad un’alimentazione troppo povera sono molto rari mentre sono milioni, probabilmente una ventina, quelli che soffrono di malattie direttamente o indirettamente legate ad un’alimentazione troppo ricca e sbagliata. [1 , 2] Oltre a danni e a problemi personali qui siamo di fronte a spese sanitarie astronomiche, che paghiamo e pagheremo con tasse destinate inesorabilmente a crescere, spese che si potrebbero ridurre migliorando lo stile di vite delle persone colpite.

Scegliere di mangiare meglio non è una scelta estrema, fuori da quei canoni di “moderazione” così spesso invocati dai media. E non è neppure cercare di porsi su di un livello morale superiore, o diventare più forti e virtuosi delle masse, allevate ad hamburger e bibite gassate. Leggere le etichette per scoprire cosa ci sia dentro un cibo preconfezionato è semplice buonsenso. Mangiare quello che serve e non di più, selezionando cibi di buona qualità, non è certo un vezzo ma un comportamento responsabile verso sé stessi e gli altri e deve iniziare dall’infanzia perché i danni prodotti da una cattiva alimentazione si accumulano nel tempo e il conto si paga con decine di anni di ritardo, ma si paga salato. La ricerca è concorde sul tema: un’alimentazione attenta, commisurata ai propri bisogni, e un’attività fisica costante sono essenziali per aumentare la longevità, aggiungere vita agli anni e mantenersi in buona salute fino ad un’età molto, molto avanzata. [3]

Ovviamente non bisogna farsi trasportare dall’entusiasmo: essere troppo rigidi e mai lasciarsi andare è una ricetta per il disastro, si rischia di finire su strade pericolose, come quelle che portano all’ortoressia. Quando l’occasione lo richiede si mangia liberamente e senza tanti problemi, è uno dei lussi che si può permettere chi ha una buona alimentazione: esagerare con giudizio, senza temere conseguenze catastrofiche.

Quando mangiare meglio significa scegliere pesce, carne magra di qualità, cereali integrali, legumi, verdura e frutta non c’è motivo di temere carenze o sospettare tremendi traumi psicologici. C’è soltanto da guadagnare in salute, forma fisica, energia e forza. Insomma, la salute nasce anche e soprattutto a tavola.