Tutti cercano l’elisir di lunga vita, il segreto della longevità, il misterioso ingrediente che permetta di invecchiare bene e in salute. Oggi è lo zenzero, domani la curcuma, poi tocca al digiuno e quindi a un qualche tipo di dieta senza qualcosa, in un girotondo infinito di indicazioni, tanto incoerenti quanto fantasiose. In realtà, miracoli a parte, un modo lo abbiamo di allungare i nostri giorni in salute e benessere: di almeno tredici anni, si dice.

Ponce de Leon, condottiero spagnolo, vagò per anni nelle paludi della Florida appena scoperta, alla ricerca della fonte dell’eterna giovinezza, attirato dal racconto di acque miracolose in cui, raccontavano, uomini anziani e spenti si immergevano per uscirne giovani, forti e fertili. Cercò invano, e morì per la ferita di una freccia scagliata da uno degli indigeni, giovane, forte e di buona mira. Ponce de Leon, come tutti noi, era spinto dal desiderio di prolungare il nostro tempo su questa terra, rimanere giovane e sano per sempre senza subire le ingiurie del tempo, che in quegli anni, siamo ai primi del 1500, erano davvero temibili. L’affannosa ricerca di un mezzo per garantirsi longevità e benessere non si è certo arrestata allora e rimane una costante anche nelle nostre società industriali, dove arrivare agli 8o anni è un traguardo così comune che quasi non ci si fa più caso: un traguardo che soltanto cento anni fa era privilegio di pochi, nonostante i rosei occhiali con cui alcuni insistono a guardare al passato.

Le paludi della Florida e le fonti mitiche sono ormai passate di moda ma il desiderio di una vita lunga e prospera (salve Mr. Spock!) rimane, cambiano magari i mezzi con cui la si vorrebbe ottenere: via le acque che sgorgano dalle sorgenti dell’Eden e spazio invece a diete miracolose proposte da giornalisti capelloni, alimenti magici di paesi lontani — il fascino dell’esotico rimane — dalla curcuma ad una miriade di bacche prodigiose, digiuni intermittenti che manipolano il genoma e, per i più moderni, manciate di capsule con cui sommergere l’organismo di ogni antiossidante noto, che male non farà (citofonare Ray Kurzweil).

C’è un’industria floridissima che si pasce della nostra paura della vecchiaia e della morte, proponendo rimedi sempre nuovi e sempre più fantasiosi, ora ammantandoli della saggezza di un dorato passato — quale passato? — ora rivestendoli di una patina esotica — c’è sempre qualcuno, in un remoto angolo del pianeta, che sa come vivere meglio di noi — ora investendoli dell’autorevolezza e della inesorabile precisione della scienza.

Tutto molto bello, specie per chi con questa industria ci guadagna, non fosse per il fatto che la maggior parte di questi rimedi non ha certo i mirabolanti effetti che vengono promessi e promossi. Approfittare delle debolezze altrui è un brutto vizio che proprio non riusciamo a toglierci. Eppure c’è un modo semplice di aggiungere anni alla vita e vita agli anni, come amano dire quelli che se ne intendono di slogan. Ed è un modo semplice, poco esotico, poco dispendioso, magari un poco impegnativo. E dagli effetti confermati da un gran numero di ricerche scientifiche.

Longevità e rischio

L’aspettativa di vita nei paesi occidentali è cresciuta in maniera rilevante nell’ultimo secolo, con valori che si attestano oltre gli 82 anni per l’Italia, uno dei paesi più longevi del mondo. Altri paesi industrializzati presentano valori più bassi, gli USA ad esempio: un dato particolare vista l’astronomica fetta del PIL che gli States spendono per la sanità.  [1, 2]

Per chiarire il perché di questa situazione è stata compiuta un’indagine sulla popolazione, utilizzando i dati raccolti con tre studi di lunga durata che hanno coinvolto 120.000 donne e 52.000 uomini. Gli studi hanno raccolto dati relativi alle abitudini alimentari e allo stile di vita dei partecipanti, movimento, consumo di alcol, fumo, peso corporeo (BMI) e storia medica.

I ricercatori hanno quindi individuato 5 fattori di rischio principali, connessi allo stile di vita: sovrappeso, attività fisica, dieta, consumo di alcol, fumo e hanno valutato la mortalità per tutte le cause, per patologie cardiovascolari e per tumori, in un intervallo di tempo compreso tra il 1980 e il 2014. In questo periodo si sono avute circa 42.000 morti, delle quali 13.000 per cancro e 11.000 per  malattie cardiache.

I risultati sono decisamente interessanti: tra le donne i soggetti che non prestano alcuna attenzione ai fattori di rischio indicati hanno una aspettativa di vita a 50 anni di circa 29 anni; l’aspettativa di vita aumenta man mano che il soggetto elimina uno o più fattori di rischio, per arrivare addirittura a 43 anni per una donna che cura con massima attenzione il proprio stile di vita. Un aumento di oltre quattordici anni!

Per gli uomini meno attenti l’aspettativa di vita a 50 anni è di 25 anni. Anche qui si nota un aumento eliminando i fattori di rischio individuati, per arrivare a quasi 38 anni per i soggetti più scrupolosi. L’aspettativa di vita aumenta di ben 13 anni!

Si tratta di valori davvero rilevanti se si considera che tra il 1940 e il 2000, un periodo che ha visto un netto miglioramento degli standard di vita, delle cure mediche e di alcuni aspetti dello stile di vita complessivo, si era osservato un aumento dell’aspettativa di vita comparabile, intorno ai 13 anni.

Gli autori sottolineano che circa i tre quarti delle morti premature per malattie cardiovascolari, e almeno la metà di quelle per tumore, possono essere attribuite ai 5 fattori individuati e che massima attenzione nei confronti di questi aspetti potrebbe contribuire a ridurre il numero di queste morti e a migliorare lo stato di salute complessivo della popolazione in età avanzata.

Risultati analoghi sono stati ottenuti con studi eseguiti in Giappone, Canada ed altre nazioni, con un aumento dell’aspettativa di vita grazie ad una riduzione dei fattori di rischio individuati, che va dagli 8 ai 15 anni. [3, 4, 5, 6, 7, 8]

Longevità, dieta e movimento, ridurre il rischio e vivere più a lungo

Movimento e dieta sono i pilastri del benessere: lo stile di vita mediterraneo, quello vero, caratterizzato da frugalità e attività fisica, è lo stile di vita giusto per ridurre in maniera significativa il rischio e vivere più a lungo.

Il segreto della longevità

Non siamo mica gli americani! diceva un noto cantante italiano. Noi italiani campiamo già a lungo e non abbiamo certo bisogno di far attenzione a certe cose!

Purtroppo non è proprio così. Visto che siamo già da record dobbiamo metterci d’impegno se vogliamo migliorare la nostra aspettativa di vita, come mostrano anche studi recenti, che indicano come il potenziale aumento che ci aspetta sia decisamente minore rispetto a quello possibile per altri paesi.

L’ottimista direbbe che è un buon segno, che non sbagliamo nulla, avanti così, più pizza per tutti, mentre il pessimista probabilmente farebbe notare che i cambiamenti rilevanti del nostro stile di vita, che dalla frugalità e dalla fatica del dopoguerra si è spostato sempre più verso abbondanza e sedentarietà, stanno facendo sentire i loro effetti, riducendo progressivamente gli anni che ci aspettano.

Chiunque abbia ragione, i dati che arrivano dalla ricerca sono chiari: l’attenzione a certi fattori di rischi0 può davvero farci vivere più a lungo. E il segreto della longevità, di una vita lunga e in salute, è molto meno esotico di quanto non si creda. Sono cinque i fattori principali che possono portarci prematuramente alla tomba, due dei quali intimamente legati tra loro:

  • Dieta: quantità e qualità di quello che consumiamo sono importanti, soprattutto per l’impatto che presentano sul peso corporeo;
  • Sovrappeso: un peso corporeo eccessivo è un fattore di rischio importantissimo, forse il più rilevante tra quelli considerati;
  • Sedentarietà: una ridotta attività fisica ci distrugge, è davvero pericolosa. Un soggetto attivo invecchia più tardi e, soprattutto, invecchia in salute, forte, capace, autosufficiente;
  • Fumo: sul pericolo di un vizio come il fumo sono stati scritti volumi. Non c’è bisogno di aggiungere altro;
  • Alcol: le bevande alcoliche hanno accompagnato l’uomo nel corso della sua evoluzione, portando allo sviluppo delle prime biotecnologie. Tuttavia l’alcol è una sostanza tossica e un cancerogeno di classe A il cui consumo dovrebbe essere decisamente modesto, ma modesto per davvero, anche adesso che siamo tutti sommelier di un certo livello.

Mi permetto di aggiungere un sesto fattore di rischio che non è stato citato perché davvero difficile da quantificare, ma di certo non meno importante di questi indagati:

  • Stress: una costante ormai del nostro stile di vita, in grado di provocare enormi danni anche a livello fisico, sconvolgendo i delicati equilibri che permettono al nostro organismo di funzionare al meglio.

In definitiva zenzero e curcuma potranno anche contribuire, ma il loro effetto si farà sentire davvero quando avremo provveduto a ridurre al minimo i fattori di rischio più importanti. E dobbiamo farlo anche noi italiani, eletta schiera, che stiamo diventando sempre più grassi e sedentari, a partire dai nostri bambini. Ed è proprio sui più giovani che dobbiamo intervenire, indicando loro quali sono gli interventi più importanti per garantirsi un futuro di salute e benessere. Senza renderli prede delle mille fobie e delle false speranze che tanto affascinano alcuni, promettendo tanto senza però mantenere nulla.

Certo sarebbe bello avere una pillola magica, una magica pozione da bere per assicurarsi l’eterna giovinezza, la longevità di un Matusalemme. Per ora la pillola non esiste e le fonti insistono a far sgorgare della semplicissima acqua. Non rimane quindi che fare attenzione a dettagli che possono apparire davvero poco invitanti ma che da soli possono già garantire un consistente miglioramento della nostra aspettativa di vita.


Per saperne di più sul tema del rischio potete leggere questi articoli: